Riassunti degli interventi
Marco
Sacchi, Flavia Molisso - I fondali del Golfo di Napoli. Morfologia e sedimentazione
recente (pp. 11-27).
Nuovi dati batimetrici acquisiti con moderni ecoscandagli multifascio
(multibeam), insieme a circa 2.000 km di profili sismoacustici di alta
risoluzione ed oltre 380 campionature del fondo mare, effettuate nel quadro
di un progetto di cartografia geologica in scala 1:50.000 della zona costiera
della Campania, hanno consentito, negli ultimi anni, di ricostruire con
grande dettaglio la morfologia e l’evoluzione geologica recente
del Golfo di Napoli. La batimetria digitale, restituita sotto forma di
rilievo a luci ed ombre, ha fornito nuove preziose informazioni sulla
morfologia del margine continentale della Campania che mostra nel suo
insieme una forte interazione tra processi tettonici, vulcanici e sedimentari
durante il Quaternario. La morfologia dei fondali mette in evidenza la
complessità del sistema di valli sottomarine che dissecano la scarpata
continentale del Golfo di Napoli tra circa 250 m. e 1.000 m. di profondità
e che formano una fitto reticolo di canali tributari minori, in collegamento
con gli assi vallivi principali: i canyon Dohrn e Magnaghi.
Alessandro Caporella, Claudio Giardino, Giorgio Trojsi - L’ossidiana
di Capri tra archeologia e archeometria (pp. 29-41).
Durante il Neolitico, la posizione geografica di Capri, ha permesso all’Isola
di svolgere un ruolo importante nella diffusione dell’ossidiana.
È stato possibile, grazie a ritrovamenti archeologici effettuati
nel secolo scorso e durante le ricognizioni di superficie condotte negli
ultimi anni, delineare un quadro insediamentale dell’Isola
durante questo periodo. Numerosi reperti di materiale fittile e di
ossidiana sono stati rinvenuti nella Grotta delle Felci, nella penisoletta
di Campetiello e nel fondo Le Parate. Lo studio archeometrico delle
ossidiane, mediante metodologia scientifica non distruttiva (XRF), ha
permesso di risalire alle probabili fonti di approvvigionamento (presenti
nel Mediterraneo), ipotizzando anche le possibili attività di scambio
e rotte commerciali.
Amalia Galdi - L’isola e il suo santo. Il culto medievale
di san Costanzo a Capri (pp. 43-65).
Il culto dei santi, già dai primi secoli cristiani, è terreno
privilegiato per indagare il rapporto dei fedeli con il soprannaturale
e il suo immaginario; ma la storia dei culti è anche storia delle
comunità che la esprimono, con i loro valori, rappresentazioni
mentali, poteri ed equilibri sociali; come per la devozione per san Costanzo
di Capri, coerente in molti caratteri con altre testimonianze cultuali
della Campania altomedievale. Attestata soprattutto da due testi agiografici,
i Sermones de virtute e de transito, oggetto di studi locali con forti
tratti apologetici ma anche di lavori di più ampio respiro, essa
presenta ancora oggi diversi punti oscuri, analizzati dall’A. e
inseriti in un contesto storiografico e interpretativo più ampio.
L’incertezza sulla biografia del santo e la necessità di
non sovrapporre il piano agiografico a quello storico tout court non escludono
però una devozione antica e storicamente documentata.
Vincenzo Esposito - Di mare e di terra. Antropologia della festa
e del culto di san Costanzo a Capri (pp. 67-85).
La festa di san Costanzo, a Capri, si presenta come un interessante e
complesso rituale di costruzione e rappresentazione culturale dell’identità
sociale. In esso, grazie al confluire di simboli legati tanto alla ‘cultura
del mare’ che a quella ‘della terra’, gli abitanti danno
vita ad una interessantissima performance culturale nella quale, grazie
alla presentazione simultanea di materiali eterogenei – leggende
e racconti di fondazione di culto, immagini pittoriche raffiguranti i
miracoli del santo, frammenti agiografici – la comunità,
per così dire, si costringe, grazie anche alla ostentazione di
comportamenti rituali tradizionali, a ripiegarsi su se tessa per riflettere
sulle relazioni, sui significati, sui codici, sui ruoli, sulle condizioni,
sulla struttura sociali e sulle regole che governano la città e
l’isola tutta di Capri, sullo sfondo dei suoi rapporti con la terra
ferma e delle altre isole del Golfo di Napoli.
Elena Canadelli - Ernst Haeckel a Capri. Viaggio di un naturalista
tedesco in Italia (pp. 87-97).
Tra il 1859 e il 1860 lo zoologo tedesco Ernst Haeckel (1834-1919), fervente
divulgatore della teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, intraprese
un lungo viaggio in Italia, diretto nel Golfo di Messina per partecipare
a una spedizione di zoologia marina. Prima di arrivare in Sicilia Haeckel
fece tappa a Firenze, Roma, Napoli e Capri, dove si trattenne tutto l’agosto
del 1859. Qui, affascinato dalla magia dell’Isola, il venticinquenne
tralasciò gli studi naturalistici per trascorrere intere giornate
immerso nella natura a dipingerne le bellezze, abbandonandosi al sogno
di diventare un pittore paesaggista. Gli imponenti faraglioni, sublimi
per la loro maestosità, il sole nitido del Mediterraneo, il mare
di un blu intenso e il cielo luminoso solcato raramente dalle nuvole fecero
del soggiorno di Haeckel a Capri il più bello del suo viaggio italiano.
Nabil Pulita, Michail Talalay - Da San Pietroburgo a Capri: il
pittore Michele Ogranovitsch (pp. 99-107).
È una storia che ha avuto come matrice l’attrazione emanata
dall’isola azzurra. Michele Ogranovitsch, nato il 5 luglio 1878
a San Pietroburgo, presto manifestò le sue qualità nella
città natale. L’esprit d’artista si evidenziò
nell’ambiente scolastico e non sfuggì al classico tour per
l’Europa. Attratto dalla fama di Capri, giunge sull’Isola:
l’albergo Belvedere & Tre Re diventa presto il suo atelier.
La passione per la pittura si intreccia con una nuova passione: Laura
Petagna, bella caprese, figlia dei proprietari. Ogranovitsch si prodiga
anche in altri impegni artistici per conto di musei russi ed inizia a
collaborare come scenografo per i teatri Bolscioj e San Carlo. A Capri
l’artista lavorò e dipinse per molti anni, operoso anche
come litografo. Nella seconda guerra mondiale, con il periodo a Capri
dell’occupazione alleata, dichiarata l’Isola un Rest Camp
per i reduci di guerra, il pittore non disdegnerà di disegnare
sui giubbotti degli aviatori inglesi e americani ritratti di volti di
donne. Muore a Capri l’11 ottobre 1945.
Felice Senatore - Umberto Zanotti Bianco e gli esuli russi di
Capri (pp. 109-115).
Umberto Zanotti Bianco, noto soprattutto per il suo impegno meridionalista
e le battaglie in difesa del patrimonio culturale italiano, agli inizi
del XX secolo si occupò con grande attenzione anche dei problemi
dei popoli europei, e in particolare del popolo russo. In occasione del
terremoto di Messina del 1908 dovette entrare in contatto con Maksim Gor’kij,
esule a Capri in seguito alla fallita rivoluzione del 1905, e a partire
dal 1913 frequentò assiduamente gli esuli russi che a Capri si
erano raccolti intorno al grande scrittore: per venire favorire lo scambio
culturale tra russi e italiani fondò una biblioteca italo-russa.
L’esperimento diede buoni frutti e nacquero altre forme di collaborazione,
come una collana di opuscoli economici bilingui sulle varie questioni
nazionali, nonché la proposta di far dichiarare la Certosa di Capri
monumento nazionale e sede di un museo etnografico italo-russo. Il ritorno
in Russia di Gor’kij, e poi degli altri esuli, indebolì il
progetto culturale nato intorno alla biblioteca, ma Umberto Zanotti Bianco
continuò a interessarsi del popolo russo: nel 1922 si recò
a portare soccorso agli abitanti dell’U.R.S.S. colpiti da una grave
carestia.
Simone Guagnelli - «Nessuno vuole mettere radici nella triste
e nauseante realtà!». Due lettere inedite di Zanotti-Bianco
a Lozina-Lozinskij (pp. 117-131).
Nel presente lavoro vengono pubblicate per la prima volta due lettere
inedite di Umberto Zanotti Bianco allo scrittore russo Aleksej Lozina-Lozinskij
(morto suicida nel 1916), traduttore di Baudelaire e Lorenzo Stecchetti,
autore di almeno 5 volumi di poesie e di un interessante libro di schizzi
impressionistici su Capri e Napoli. Le lettere, analizzate e interpolate
con quelle intercorse tra i due e un altro scrittore russo che visse per
diverso tempo a Capri, Aleksej Zolotarëv, rappresentano l’ennesimo
tassello di quel mosaico culturale che ha profondamente unito l’Italia
e la Russia nel corso del Novecento e confermano la passione e l’instancabile
impegno di Zanotti Bianco in favore delle nazioni oppresse dell’Europa.
Renato Esposito - L’ombra oscura della luce blu. Capri e
le radici del nazismo (pp. 133-147).
Leni Riefenstahl, la vestale del Reich, alla fine della sua lunghissima
e tormentata vita rivive nella sua Isola delle Favole la sua utopia estetica.
Veit Harlan e Kristina Söderbaum, la coppia più famosa del
cinema di Goebbels, scelgono Capri come esilio dorato. Helmut Weiss e
Hans Heinz Ewers due dandies capresi, esteti della leggerezza e dell’orrido.
Il genio di Arnold Böcklin identifica Capri come la Tod-Insel, l’isola
dei morti o del ritorno. La ricerca di una luce primordiale di Karl Wilhelm
Diefenbach diventa nelle opere del suo allievo più fedele, Fidus,
l’affermazione del superuomo tedesco che sogna un passato remoto
e lotta la modernizzazione e il progresso.
Andreas Haukland - Corrispondenza estiva da Anacapri. La piccola
meravigliosa isola per la quale hanno combattuto nei secoli tutti i popoli
del mondo (pp. 149-155).
L’articolo di Andreas Haukland si può dividere in tre parti:
Anacapri e il suo territorio, la storia del luogo, la festa di sant’Antonio.
Scritto nel primo dopoguerra, apprendiamo che già allora arrivavano
sull’Isola frotte di turisti, ma pochi salivano su ad Anacapri.
Saltano agli occhi le vivaci descrizioni dei sentieri, i giardini, la
Grotta Azzurra, il mare, i tramonti, il Golfo. Nella seconda parte abbiamo
gli accenni storici dai Pelasgi ai Romani, Saraceni e Normanni e poi la
presa di Capri da parte di Murat. La sconfitta di Hudson Lowe, il carceriere
di Napoleone a Sant’Elena. Infine, la descrizione della festa di
sant’Antonio anticipa quella fatta da Axel Munthe nel suo libro.
L’uscita del santo, la sequela di fedeli in corteo, la banda musicale,
i fuochi d’artificio. Poi il concerto serale seguito dallo spettacolo
pirotecnico, chiudendo con l’immagine degli Anacapresi che sazi
di colori luci e frastuoni si incamminano verso casa nella notte tranquilla.
Giovanni
Muscettola et alii - Stagionalità dell’umore in Italia: il
ruolo della latitudine e dei fattori socioculturali. Il caso di Capri
(pp. 157-165).
Si tratta della traduzione italiana di un articolo di vari studiosi italiani
apparso originariamente sulla rivista scientifica «Journal of Affective
Disorders». Il tema è costituito dai disturbi dell’umore
in Italia in rapporto alle stagioni e l’analisi, basata su un questionario,
riguarda anche l’isola di Capri che costituisce un campione da cui
furono selezionati 500 soggetti. Dall’analisi emerge come dato l’alta
diffusione a Capri della sofferenza nella stagione estiva. I fattori sociali
possono essere responsabili di ciò. Considerato l’alto grado
di cambiamenti delle attività diurne durante l’estate a Capri,
era prevedibile una forte pressione sugli abitanti. Il risultato può
indicare che i fattori stressanti (per esempio, l’aumento di impegni
lavorativi) possono rappresentare una concausa nell’indurre squilibrio
nell’ambiente fisico.
Recensioni
S. Sonnentag, Guida letteraria di Capri (Carmelina Fiorentino)
F. Mangone, Capri e gli architetti (Alberto White)
S. Di Liello, Il castello Barbarossa di Anacapri (Angela Corolla)
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