Riassunti degli interventi
Luigi Ferranti
Movimenti ‘lenti’ nell’isola di Capri negli ultimi 124.000
anni (pp. 11-37).
Capri è ritenuta tettonicamente stabile in base alla presenza lungo
la fascia costiera del solco marino del periodo Tirreniano (124.000 anni
fa) ad un’altezza circa coincidente con il livello del mare Tirreniano,
escludendo dunque grandi movimenti successivi. Misure di dettaglio della
sua altezza, qui presentate, dimostrano una variabilità tra 5.4
e 8.1 m., con quote più elevate nel settore SE dell’isola,
dal quale decrescono progressivamente verso N e verso W fino ad un minimo
nel settore NW. Tale andamento è attribuito a piccole dislocazioni
tettoniche lungo le principali faglie rilevate nell’isola, in maniera
consistente con la subsidenza dei golfi di Napoli e Salerno negli ultimi
2 milioni di anni. I tassi di dislocazione estremamente bassi suggeriscono
movimenti di tipo asismico o micro-sismico, controllati da discontinuità
meccaniche a profondità di pochissimi chilometri.
Antonia
Tafuri
Nuova lettura per un affresco della Certosa di Capri (pp. 39-45).
La nota prende in esame l’affresco che compare nel catino absidale
della chiesa della Certosa di Capri e offre una diversa lettura. Precedentemente,
infatti, nell’affresco era stato individuato come motivo il sogno
di Ramiro I, re di Castiglia. La nuova proposta di lettura consiste nel
riconoscere nell’affresco in questione l’apparizione di san
Bruno in sogno al conte Ruggero durante l’assedio di Capua.
Marilou Esposito
Il centro antico di Capri. Il tracciato, gli elementi di permanenza e
le trasformazioni urbane (pp. 47-67).
La struttura urbana di Capri è stata fatta oggetto di molti studi,
ma per la scarsezza di fonti ed evidenze, purtroppo, molte sono le ipotesi
sul suo assetto antico e ben poche le certezze. La città è
analizzata secondo principi e concetti della scienza urbana: dallo studio
della città medievale e dalle permanenze moderne e contemporanee
si tenta di delineare un quadro di ipotesi e delle linee di ricerca sulla
consistenza e la forma della città antica, che attendono la prova
di un ritrovamento, probabilmente fortuito, preferibilmente pianificato
in mirate campagne di studi e di scavi.
Nelli
P. Komolova
Solitudine tra la folla caprese. Il poeta Lozina-Lozinskij e Capri (pp.
69-83).
Il poeta e letterato Aleksej Konstantinovic Lozina-Lozinskij (1866-1916)
trascorse più di un anno (1912-1913) a Capri, costretto a lasciare
la Russia per motivi politici. Fece parte della ‘colonia’
degli esuli russi anche se in una maniera appartata, lontano, per esempio,
anche dalla personalità e dall’attività di Maksim
Gor’kij. L’articolo rievoca i momenti essenziali dell’esperienza
letteraria di Lozina-Lozinskij che si ricollegano al suo soggiorno caprese
e che vedono al centro le bellezze naturali e la storia di Capri.
Ernesto
Mazzetti
Radiografia d’un organismo geografico complesso: l’isola di
Capri (pp. 85-119).
L’isola di Capri, nonostante la ridotta superficie, costituisce
un organismo geografico complesso. Paesaggi naturali, storia, preesistenze
archeologiche, architetture tipiche, vicende di personaggi della storia,
della cultura, dell’arte e della stravaganza hanno costantemente
attratto l’attenzione di scrittori, viaggiatori, pittori, attirando,
specie a partire dalla seconda metà del Novecento, flussi crescenti
di turisti. Il movimento turistico ha inciso fortemente sul territorio
caprese, determinando alterazioni del paesaggio e cambiamento sociale.
In termini funzionali, anche e soprattutto per lo sviluppo della rete
di trasporti marittimi e per l’espandersi dei pendolarismi, è
legittimo considerare Capri, a dispetto della condizione insulare, un
quartiere residenziale di lusso dell’area metropolitana di Napoli.
Questo scritto, in base ai dati dell’ultimo censimento della popolazione
e delle abitazioni e ad indicatori quali l’incremento dei valori
immobiliari e l’abusivismo edilizio, fornisce elementi di comprensione
della complessità delle trasformazioni territoriali e dei mutamenti
sociali verificatesi in questo delicato ambiente insulare. Ne deriva un
significativo test di riferimento, per quanti, nell’ottica della
geografia del turismo, analizzano problemi di equilibrio tra sviluppi
turistici e sostenibilità ambientale, non solo nell’ambito
delle piccole isole, ma di ogni sito che, per antica o recente vocazione
turistica, si trovi investito da processi di ‘valorizzazione’.
Fabio
Mangone
Giovan Battista Ceas: elementi per un profilo (pp. 121-131).
Lo studio ricostruisce per la prima volta le tappe salienti della biografia
culturale, artistica e professionale dell’architetto Giovan Battista
Ceas (1893-1975). Romano di origine e figlio d’arte, Ceas svolge
in numerosi contesti italiani e coloniali una multiforme attività
di studioso, progettista, interior design, imprenditore, docente. La sua
lunga carriera inizia con i problemi della ricostruzione del Nord-Est
italiano, dopo la ‘Grande Guerra’, e prosegue poi con una
brillante attività – in collaborazione con il massimo ‘architetto
navale’ italiano, Gustavo Pulitzer – di interior design e
produttore di raffinati mobili, che si affianca a progetti per la città
di Roma. Dal 1926 Capri rappresenta non solo un rifugio, ma anche un luogo
reale ed ideale a cui dedicare un’intensa attività di studioso
e progettista. Se del suo trasferimento in Campania recano tracce le scuole
di arti applicate di Torre del Greco e di Sorrento nonché la nuova
Scuola superiore di architettura di Napoli, la sua natura sostanzialmente
nomandica lo porta ad occuparsi di temi svariati, che vanno dai siti archeologici
nelle colonie dell’Egeo alla configurazione delle nuove città
di fondazione in Sardegna. Il dopoguerra è largamente occupato
dall’impegno nella riorganizzazione delle professioni nonché
nella promozione di tecnologie innovative, oltre che da una cospicua attività
anche imprenditoriale in Toscana. A fronte di una così multiforme
attività, la sua attività – con l’eccezione
di quella svolta in Sardegna – resta per lo più sconosciuta
e sottovalutata.
Attilio
Lembo
Cinque profili di artisti figurativi a Capri fra Ottocento e Novecento
(pp. 133-141).
Si offre un breve profilo di cinque pittori che tra Ottocento e Novecento
hanno operato a Capri e scelto l’isola per le loro opere: James
Talmage White, Antonino Leto, Valentino White, Mario Laboccetta, Hans
Paule.
Carlo
Bonucci
Isola di Capri. Palazzo Cerio e le ricerche su Capri prima di Ignazio
Cerio (pp. 143-157).
Si ripropone un breve scritto del 1845 dedicato alle antichità
di Capri del noto archeologo napoletano Carlo Bonucci (1799-1870) morto
e seppellito a Capri. Parente dei Cerio, comproprietario di Palazzo Cerio
e proprietario del colle san Michele, Carlo Bonucci, antichista di formazione,
rivolge prima di Ignazio Cerio il suo interesse per la preistoria dell’isola,
ricollegandosi alle ricerche di un rappresentante poco o nulla noto della
famiglia Cerio: il ‘chimico’ Giovan Pietro Cerio.
Recensioni
C.
Krause, Villa Jovis. L’edificio residenziale (Rossella
Zaccagnini)
V. Faiella, S. Vellino, Sognando Capri. Tre secoli di canzoni sull’isola
azzurra (Franco D’Otolo)
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