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Associazione
Culturale e Casa Editrice - Via San Costanzo, 8
80073 Capri Italy - Email info@oebalus.org |
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PERCORSO
PALEONTOLOGICO
L'isola di Capri, per quanto arealmente poco estesa, costituisce un importante tassello per ricostruire la storia geologica dell'Appennino meridionale. Le rocce che costituiscono l'isola sono di natura sedimentaria di origine marina, subordinatamente si rinvengono conglomerati e brecce in parte marini ed in parte continentali; a queste si aggiunge, in misura molto limitata, una copertura discontinua di rocce sedimentarie di origine vulcanica (tufi ecc.). E' proprio a partire da queste rocce che, sulla base delle loro caratteristiche litologiche, del loro contenuto fossilifero e dei loro rapporti con le rocce lateralmente contigue e con quelle sovrastanti, è possibile ottenere informazioni sugli eventi che nel passato interessarono l'isola. |
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I. Capri parte di un'ampia piattaforma carbonatica (190-20milioni di anni fa). Durante questa fase Capri
ed in generale tutto l'Appennino Meridionale sono profondamente diversi
da come li vediamo ora. Le rocce che costituiscono i rilievi dell'Italia
meridionale sono distribuite su un'area molto più vasta in cui
si individuano tre enormi "isole" calcaree appena sommerse (piattaforme
carbonatiche) separate da bacini profondi. Le rocce che costituiscono
la massa calcarea di Capri si sono formate in condizioni di clima subtropicale
e in un ambiente corrispondente sia a quello del margine di una di queste
piattaforme carbonatiche (conosciuta col nome di piattaforma campano-lucana)
che a quello della scarpata prospiciente. Capri, quindi, non è
ancora individuata come isola ma rappresenta una piccola porzione dell'esteso
bordo "occidentale" della piattaforma campano-lucana; di questo esteso
bordo Capri ne rappresenta, se non l'unica, una rara testimonianza. |
tutte le vicissitudini subite nel tempo geologico: i momenti di emersione e gli "annegamenti" (affioramenti di Punta Carena), nonché l'instabilità dei ripidi pendii dell'antica scarpata sottomarina che dà luogo ad episodici franamenti con accumuli caotici al piede della scarpata. Le rocce conservano talora la ricca associazione fossilifera caratteristica delle scogliere dell'epoca (Coralli, Ellipsactinie, Molluschi, Echinodermi). |
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Durante
questa seconda fase, nell'area dell'Appennino Meridionale, si individuano
generalizzati episodi compressivi dovuti alla migrazione da Ovest verso
Est della Sardegna e della Corsica (blocco sardo-corso) e della successiva
formazione del Mar Tirreno. Questi movimenti conducono inizialmente alla
deposizione di rocce argilloso-arenacee sugli antichi domini carbonatici
dell'Appennino meridionale. Esempi di queste rocce affiorano anche a Capri
con belle esposizioni lungo la costa nord-orientale. |
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(5 milioni - 135 mila anni fa). In questa fase si produce una generalizzata emersione della catena appenninica. Quest'ultima si disarticola mediante faglie dirette: alcune zone, quindi, si sollevano più di altre, altre si abbassano. Verso la fine di questo intervallo di tempo Capri passa da una fase a piccoli isolotti emersi a quello di prolungamento della penisola sorrentina. Al fine, però, la zona dello Stretto di Capri, prima emersa, sprofonda, mentre l'area di Capri si solleva: Capri acquista il suo aspetto di isola |
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Capri ormai non subisce che piccole modifiche dei suoi margini. Sono da riferire a questa fase le incisioni del livello del mare a +8, +4 e +2 metri legati ad episodi interglaciali, la successiva copertura di queste per ringiovanimento del rilievo e la deposizione di materiale piroclastico proveniente dall'area flegrea. Il ringiovanimento del rilievo ha luogo durante irrigidimenti climatici (picchi glaciali); questi hanno come effetto l'abbassamento generalizzato del livello del mare anche di 120 metri; ciò permette, circa 20-30.000 anni fa, temporanei collegamenti di Capri con la Penisola Sorrentina. | ||
(testo di Filippo Barattolo -
foto di Marco Amitrano)
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