|
|
||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||
Associazione
Culturale e Casa Editrice - Via San Costanzo, 8
80073 Capri Italy - Email info@oebalus.org |
|||||||||||||||||||
Gli ultimi eventi che hanno rinnovato l'assetto politico ed ideologico
dell'Europa sembrano averci insegnato, tra le tante cose, che cultura
non significa solo ed esclusivamente identità, fede e difesa delle rispettive
posizioni, ma soprattutto confronto, dialogo, apertura. Capri, meta internazionale, vive sul piano economico e culturale un momento forse tra i più difficili della sua storia: l'Isola, spinta dalla sua vocazione internazionale a favorire l'incontro ed il dibattito, tra la marea di svariate idee e proposte circa il come ed il perché della sua vita socio-economica, teme di perdere la sua identità, ma proprio mentre teme di essere privata della sua essenza, rischia di scadere e chiudersi in un gretto provincialismo. Fraintendere l'identità culturale dell'Isola può creare una chiusura ed uno spirito vincolistico, ma è altrettanto da temere che, sotto le forme di idee e propositi per il progresso dell'Isola, si nascondano gli spettri dello sfruttamento e della selvaggia speculazione. Da questa posizione di stallo si potrà, a nostro modesto avviso, uscire solo lanciando una dimensione nuova del dialogo sull'Isola: questo non dovrà correre orizzontalmente tra intellettuali ed intellettuali, escludere le forze isolane e perdere così la necessaria incisività sulle scelte politiche ed amministrative, tanto importanti per la vita dell'Isola. Ma è altrettanto necessario che la mentalità locale si abitui a concepire diversamente il rapporto con i forestieri: non è opportuno ridurre a semplice oggetto di onorificenze o a forzati interlocutori di gioviali banchetti le presenze intellettuali per poi escluderle da iniziative e da decisioni che possono cambiare dall'oggi al domani l'Isola stessa. Da parte dei forestieri si rende indispensabile superare qualche residuo spirito colonialistico, staccarsi da un'immagine troppo privatistica di Capri (ognuno ha o vorrebbe la sua Capri, generalmente legata ai propri ricordi) e, soprattutto, prolungare e rendere così incisiva la loro presenza sull'Isola. Ma in tutto questo ci sembra che Capri dovrebbe muovere il primo passo, creando le necessarie condizioni per accogliere e tenersi strette le intelligenze che vi approdano: in altri termini dovrebbe con coraggio e, soprattutto, con coscienza assumere il ruolo di centro di produzione culturale ed artistica. Scelta coraggiosa, si diceva, con vantaggi forse non immediati sul piano economico, ma con la sicurezza di salvare una buona volta Capri senza per questo comprometterne l'avanzata economica. Per fare tutto questo si rende al momento indispensabile guardare agli ospiti di Capri con occhio diverso: discernere tra loro quanti - e ve ne sono - posseggono amore e competenza, cultura e buonsenso, niente romanticume e sono dotati di un realismo che non cela, sotto i falsi miti del progresso, progetti deplorevoli. Integrare i veri intellettuali ospiti dell'Isola alla realtà caprese significa soprattutto renderli più partecipi delle scelte politiche ed amministrative, coglierne l'innegabile patrimonio di esperienze e non limitarne la presenza ai mesi estivi. Allargare l'estate caprese, legare più strettamente a Capri quanti veramente la sanno amare non significherebbe semplicemente dilatare la stagione turistica, ma equivarrebbe, forse, ad avere un occhio in più per controllare quanti, avvezzi a piantare nel silenzio invernale i semi di una politica tossica, si lamentano di un inverno caprese troppo breve! Comitato di redazione |