Palazzo a Mare
Una delle ville romane
più significative è localizzata nell’area che porta il nome di Palazzo
a Mare. La villa si estendeva su di una vasta superficie che va dalla
punta Bevaro alla spiaggia nota come «Bagni di Tiberio», disponendosi
con vari nuclei tra mare e promontorio, secondo la tipologia della villa
marittima caratterizzata da elementi architettonici sparsi, in posizione
panoramica, nel contesto naturale.
La villa, attribuita ad Augusto con
successivi rifacimenti dovuti a Tiberio, fu scavata e depredata di pavimenti,
capitelli e lastre marmoree dall’austriaco Hadrawa, nel Settecento; subì
ulteriori danni durante l’occupazione francese, agli inizi dell’Ottocento,
quando la parte centrale fu trasformata in piazza d’armi e vi fu costruito
un fortino; l’attività edilizia ha, poi, trasformato ulteriormente l’aspetto
dei luoghi, per cui dell’antica dimora imperiale non restano che spezzoni
di muri di terrazzamento, alcune cisterne e scarsi avanzi dei quartieri
residenziali. Di questi resti mancano studi approfonditi che contribuiscano
a creare un quadro unitario del complesso: da un’analisi sommaria sembra
che il grandioso sistema di sostruzione e di approvvigionamento idrico
sia concepito secondo un piano unitario e, pertanto, non ascrivibile a
due diverse fasi.
Secondo
il Maiuri, la residenza vera e propria, di modesta estensione, era nell’area
dell’ex-fortino, poi trasformato in villa privata, dove sono ancora riconoscibili
alcuni ambienti di incerta funzione, cisterne, un impluvium (vasca
per raccogliere l’acqua piovana) rivestito di marmo, resti di pavimenti
a mosaico; molti frammenti marmorei appartenenti alla collezione Bismarck
erano, quasi certamente, elementi di arredo della villa; nell’ampio spazio
tenuto a verde, invece, si dislocavano piccoli edifici per il riposo e
il godimento delle bellezze naturali e paesaggistiche: nell’area del vecchio
campo di calcio va riconosciuto un grande giardino-xystus, dove
passeggiava l’imperatore, con una serie di ambienti disposti all’intorno. Una
rampa con gradini di marmo, attualmente nascosta dalla vegetazione, conduceva
al quartiere marittimo della villa, al centro del quale si apre la grande
esedra-ninfeo. Pertinenti a questo quartiere sono alcune vasche, forse
utilizzate per la piscicoltura, e altre strutture in cui si è riconosciuto
un porticciolo di approdo alla villa. Strutture sommerse sono relative
a impianti per la piscicoltura mentre un quartiere rustico era, probabilmente,
ubicato dove sorge l’attuale campo di calcio.
|
La zona di Palazzo a Mare
Il quartiere marittimo
Altare dedicato a Cerere
(Capri, Soprintendenza Archeologica) |