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Associazione
Culturale e Casa Editrice - Via San Costanzo, 8
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Capri pre-romana Inserita fin dal Neolitico in una rete di sistematici contatti marittimi, l’isola di Capri dovette essere raggiunta dalle correnti di traffico commerciale (greche, egee, orientali) che precedettero e accompagnarono la nascita e l’affermazione della colonia greca di Cuma. Ma, mentre per Ischia la documentazione archeologica fa luce su queste correnti «pre-coloniali», poco o nulla si conosce per l’isola di Capri. Questa dovette essere occupata nel VII secolo a.C. dai Greci di Cuma all’interno di un’operazione mirata al controllo dei traffici nel golfo di Napoli e che vide l’occupazione di Ischia e della punta Campanella nonché la nascita di insediamenti come Partenope e la futura Pozzuoli. Entrata a partire dal VII secolo a.C. nella sfera d’influenza cumana, l’isola, che continuò a portare un nome di origine italica, vide gradualmente affermarsi coloni greci a fianco della comunità indigena. Lo storico Strabone parla dell’antica esistenza di due cittadine ridotte successivamente a una. Il ruolo e la funzione della comunità greca di Capri sono probabilmente riflessi in un mito, narrato da Virgilio, secondo cui l’isola fu anticamente abitata dai Teleboi, un mitico popolo di pirati proveniente dalla Grecia. L’utilizzo da parte dei coloni di Cuma di flottiglie piratiche per il controllo dei passaggi marittimi favorisce l’ipotesi secondo cui la funzione specifica della presenza greca sull’isola fosse quella di controllare i traffici marittimi del Golfo per conto della città di Cuma. L’isola a partire dal V secolo a.C. uscì dalla sfera di interesse cumano per entrare a pieno titolo sotto la giurisdizione della città greca di Neapolis, la futura Napoli. |
Iscrizione funeraria in lingua greca (Capri, Soprintendenza Archeologica) |
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(testo di Eduardo Federico -
foto di Marco Amitrano)
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